In Casentino, terra di tradizioni e comunità radicate, si sta silenziosamente consumando una crisi che coinvolge il cuore della società: il difficile equilibrio tra lavoro e famiglia. Un problema che non si risolve con slogan o misure temporanee, ma che richiede un cambio di prospettiva e politiche lungimiranti.
Le dinamiche demografiche del Casentino parlano chiaro. La popolazione invecchia: il 26% degli anziani vive da solo e il 13% supera i 75 anni. Allo stesso tempo, il tasso di natalità è fermo al 6,7%, e i giovani continuano a lasciare la valle, attratti da migliori opportunità lavorative e servizi che qui mancano. Anche il reddito medio imponibile è più basso rispetto alla media regionale*, mentre il tasso di disoccupazione grezzo per Bibbiena sfiora il 30%.
In questo contesto, il carico delle responsabilità familiari diventa insostenibile per molte famiglie, specialmente per quelle con una sola figura genitoriale, che rappresentano il 12% della popolazione. E a pagare il prezzo più alto sono le donne: in Casentino, solo il 51% delle donne è occupato, spesso in lavori part-time, che in Italia nel 56% dei casi non sono una scelta, bensì un "part-time involontario".
Conciliare lavoro e famiglia non è solo una questione logistica. È il peso mentale di pianificare, organizzare, ricordare tutto: dagli appuntamenti medici ai compleanni, dalle bollette alle attività scolastiche. Questo carico invisibile ricade quasi sempre sulle donne, già gravate dal senso di colpa per non essere abbastanza presenti a casa o sul lavoro.
Quante donne si trovano costrette a rinunciare alla carriera, o a volte direttamente al lavoro, per occuparsi dei figli o dei genitori anziani? Questa non è una scelta, è una necessità imposta da un sistema che offre poche alternative. Ed è una rinuncia che alimenta una spirale pericolosa: senza lavoro, le donne perdono indipendenza economica e, conseguentemente, la possibilità di sfuggire a situazioni di abuso.
La violenza economica è una delle forme più subdole di abuso e colpisce almeno il 26% delle donne italiane (alcuni studi portano questa cifra fino al 49%). Si manifesta quando una donna non ha i mezzi per prendere decisioni autonome, costretta a dipendere da un partner o dalla famiglia. Favorire l’accesso al lavoro significa offrire alle donne uno strumento per costruirsi una vita libera e dignitosa, rompendo il ciclo della dipendenza economica e, in molti casi, della violenza.
La politica deve fare la sua parte. In Casentino, si stanno costruendo nuovi asili, ma questo è solo un primo passo. Perché non prevedere orari flessibili, magari con aperture anche il sabato mattina, per chi lavora su turni o nel fine settimana? E perché non investire in ludoteche gestite da personale qualificato, dove i bambini possano essere accolti in sicurezza mentre i genitori lavorano?
Un altro nodo cruciale è il trasporto pubblico. Per chi non è automunito, raggiungere i servizi o il luogo di lavoro diventa un’odissea. Un sistema di trasporto urbano efficiente non è solo una comodità, ma uno strumento essenziale per la conciliazione vita-lavoro.
In altri Paesi europei, si sperimentano inoltre con successo spazi intergenerazionali, dove giovani e anziani possono condividere esperienze, creando una rete sociale più forte. Perché non provare anche qui? Non solo si offrirebbero servizi, ma si creerebbero opportunità di lavoro, invertendo il trend migratorio che svuota il Casentino.
Prendersi cura della famiglia non è solo una responsabilità individuale: è una questione collettiva, che riguarda tutta la comunità. Garantire servizi stabili e accessibili significa investire nel futuro del nostro territorio. Non bastano i bonus: servono politiche strutturali che coinvolgano anche le aziende, promuovendo misure di welfare e modalità di lavoro flessibili.
Il nostro Comune ha le risorse per diventare un modello di buone pratiche, ma serve la volontà di metterle a frutto. Perché investire nella conciliazione lavoro-famiglia significa investire nella qualità della vita di tutti noi. E soprattutto, significa restituire alle donne il diritto di scegliere, senza che nessuno sia costretto a rinunce ingiuste.
* fonte: Profilo di Salute del Casentino 2024
Come Lista di Comunità avevamo già presentato durante il consiglio comunale del 30 Settembre alcune proposte (tutte bocciate), ma non intendiamo lasciare niente di intentato, ripartendo dall'ascolto attivi dei cittadini e delle cittadine.
Uno dei primi step consiste in un form Online!
Compilalo e aiutaci a conoscere la tua opinione sui servizi di conciliazione vita - lavoro del Comune!
Ci vorranno solo un paio di minuti!
Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere le ultime notizie e gli aggiornamenti direttamente nella tua casella di posta.