Opinioni

La democrazia partecipata non si fa con i sondaggi su Facebook

Negli ultimi tempi, sembra che la democrazia partecipata si sia ridotta a una serie di sondaggi su Facebook o Instagram. Il sindaco ha adottato questa strategia, apparentemente per dare voce ai cittadini, ma in realtà, siamo di fronte a una rappresentazione superficiale di un processo che dovrebbe essere molto più serio e approfondito.

La democrazia partecipata non si può ridurre a una manciata di clic su uno schermo. La complessità delle decisioni politiche richiede una riflessione più profonda e una discussione aperta e trasparente, che coinvolga realmente la comunità in modo strutturato e continuativo. Purtroppo, l’impressione è che questi sondaggi sui social media siano solo un'operazione di facciata, uno strumento di marketing politico che maschera la mancanza di un autentico confronto con la cittadinanza.

Ci chiediamo davvero se sia credibile pensare che dopo tre pagine di giornale, interviste e dichiarazioni ufficiali, il sindaco possa modificare le sue scelte politiche sulla base di un sondaggio su Instagram. Questa modalità di "ascolto" non è altro che un modo per cercare di giustificare decisioni già prese, dando l’illusione di una partecipazione popolare che, nei fatti, non esiste.

Il problema dell’ascolto si manifesta anche in altre sedi, come nei Consigli Comunali. Qui, i consiglieri di minoranza sono spesso interrotti o ignorati, con discussioni che proseguono sottovoce mentre prendono la parola o addirittura con membri dell’amministrazione che passano l’intera seduta a guardare lo smartphone. Questo atteggiamento denota una totale mancanza di rispetto per il ruolo di rappresentanza che i consiglieri di minoranza ricoprono, e mina ulteriormente la credibilità di un processo democratico che dovrebbe essere basato sul confronto e sul dialogo.

La democrazia partecipata non può essere un semplice slogan. È qualcosa di molto più complesso che richiede spazi di dialogo reale, dove le decisioni vengono prese attraverso il confronto tra opinioni diverse, l'analisi di dati concreti, e la valutazione dei bisogni e delle priorità della comunità. Invece di affidarsi a sondaggi che non garantiscono né rappresentatività né serietà, l'amministrazione dovrebbe impegnarsi a creare veri momenti di confronto con i cittadini, attraverso assemblee pubbliche, incontri tematici, e strumenti di consultazione che permettano a tutti di esprimersi in modo informato e consapevole.

Se vogliamo che la nostra voce conti davvero, dobbiamo chiedere un cambiamento di metodo. La democrazia partecipata si costruisce giorno per giorno, con trasparenza, rispetto e, soprattutto, con la volontà reale di coinvolgere i cittadini nelle scelte che li riguardano.

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